Serve l’Europa massima possibile. I nazionalismi uccidono il futuro delle giovani generazioni

Bruxelles riprende l’attività del Parlamento. L’Europa ha bisogno di un grande salto in avanti nel processo di integrazione e per la costruzione dell’Europa politica.

I motivi sono chiari: recuperare competitività, diventare un attore globale più forte, rilanciare e rinnovare il suo modello sociale, darsi una politica estera e di difesa comune, difendere i motivi e i valori democratici che hanno garantito in questi anni sviluppo e benessere.

La domanda non è solo se ce la farà. Ma soprattutto, se i Paesi europei guidati dalle destre, spesso nazionaliste, lo vogliono. Vogliono continuare nel processo federale, fermarsi o peggio ancora, tornare indietro.

Quello che è certo è che il nazionalismo non serve alle persone, non è una soluzione è anzi, parte del problema. Perché nessun Paese europeo da solo potrà affrontare i grande temi dell’innovazione digitale, la transizione ecologica, la lotta alle disuguaglianze, il recupero strategico su settori innovativi del mondo della ricerca e della produzione.

Nella storia del secondo dopoguerra raramente è stato chiaro come ora quanto ci sia bisogno dell’Europa massima possibile. Ma la storia fa coincidere questo dato di nuovo con il momento di massima forza dei nazionalismi.

Questo sarà il senso della nostra battaglia in Europa nei prossimi mesi. Spingere in avanti e non fermarsi. L’Europa più forte e più umana può essere una soluzione ai rischi di declino e ai drammi e alle solitudini del presente.

Il nazionalismo una condanna.Una condanna che ucciderebbe il futuro soprattutto di una nuova generazione. Non possiamo permetterlo.