tra le persone per un’europa più umana e per difendere e attuare la nostra costituzione

Le elezioni Europee hanno consegnato un Parlamento con una maggioranza simile a quella di cinque anni fa, con le forze europeiste in maggioranza. La nuova commissione di Ursula Von der Leyen in che modo potrà incidere sui temi più attesi, dal Green deal alla politica estera?

    L’Europa può incidere e aiutare le persone se diventa più forte. Supera gli egoismi nazionali investe sul futuro e sulle persone. Se rimane ferma, intergovernativa come vuole la destra, l’Europa diventa solo un costo e sarebbe una tragedia per tutti ma soprattutto per l’Italia. Noi siamo circa 60 milioni e dobbiamo competere con Paesi che hanno 1 miliardo e mezzo di abitanti, solo insieme agli altri possiamo contare qualcosa e riprenderci il futuro. Noi abbiamo votato la Von Der Leyen per questo, perché ha detto di voler andare avanti e ora saremo rigorosi nel verificare questo impegno.

    Il Pd di Latina torna a organizzare la festa dell’Unità dopo anni ed è un segnale importante di presenza e impegno. Lei sta girando molto per le feste in Italia. Qui però spesso il Pd si trova all’opposizione. Cosa serve per convincere gli elettori?

      Si vince e spesso anche nella Provincia di Latina, c’è una bella classe politica. La destra alle ultime elezioni politiche nel Lazio, ma anche in Italia è risultata essere una minoranza tra i cittadini. Hanno vinto perché noi eravamo divisi. Ecco, oltre a contenuti chiari occorre coerenza e unità per rendere credibile una proposta di Governo. Su questo mi batto da sempre, ora tanti mi danno ragione, sono contento.

      Salario minimo e autonomia differenziata sono i temi finiti questa estate al centro dell’agenda del Pd. Perché per voi è importante ottenere il primo e scongiurare il secondo?

        Articolo 36 della Costituzione:”Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” Oggi è così ? no. Si può fare qualcosa per aiutare la contrattazione sindacale? Sì: legge contro la schiavitù. È importante per la
        dignità delle persone. La destra è contraria perché non lotta contro le disuguaglianze. La prova è l’autonomia differenziata che significa, molto semplicemente, ognuno pensi a sé. Ma l’Italia non ha bisogno di divisioni che rendono tutti piu deboli. Avremmo bisogno casomai di più unità, di grandi progetti Paese: investire sul capitale umano, sulla ricerca, le infrastrutture materiali e digitali. L’opposto della via indicata dalle destre e, sia chiaro, per la Provincia di Latina sarebbe una sciagura perché non ci sarebbero risorse per garantire i servizi essenziali. Noi non vogliamo lo status quo, ma l’Italia va cambiata non distrutta.

        La riforma del premierato perché non vi convince?

          In una partita di calcio come nella democrazia ci sono le squadre cioè i Partiti, le regole, quindi, la Costituzione e poi come arbitro c’è il Presidente della Repubblica, garante di tutti. Se il Premier viene eletto dal popolo ha un potere immenso. Lo capiscono anche i bambini che mettere in discussione l’arbitro getterebbe l’Italia in una paralisi e in un conflitto perenne, come se non ne avessimo già abbastanza. Anche questa riforma parte da un tema condivisibile, governare meglio, ma dà a questo tema una risposta sbagliata.

          L’altro argomento di cui si continua a dibattere è il campo largo “esteso”. E’ la strada giusta per far vincere il centrosinistra?

            Nei sistemi maggioritari vince chi arriva primo. Noi non siamo obbligati a fare alleanze a tutti i costi. Ma a tutti i costi siamo obbligati a provarci. La teoria del “pochi ma buoni” ha regalato l’Italia alla minoranza degli elettori di destra. L’importante è’ avere in agenda per l’unità chiara e condivisa.

            Cosa ne pensa dell’accordo tra Ue e Governo sui balneari?

              La destra anche su questo per raccogliere voti ha detto bugie. Ora si è trovata costretta a trovare una soluzione, dopo aver fatto vivere per mesi nell’incertezza migliaia di imprese. Mi sembra, però, che abbiano preso il pallone e gettato in tribuna, tornando al paragone calcistico. Un modo utile solo a guadagnare altro tempo.

              L’automotive attende risposte da Bruxelles rispetto alla crisi e alle sfide future. Come si conciliano le indicazioni per il green deal e le esigenze di chi produce autoveicoli?

                Investendo risorse per cambiare il nostro modello produttivo. Si è sempre fatto: non sono spese, ma investimenti. Nel dopoguerra abbiamo investito in industria, scuole e ospedali. Costavano? Sì, certamente, ma erano investimenti che hanno migliorato la competitività e la qualità della vita. Anche oggi è così. Solo un’Europa più unita può farlo: da soli non ce la faremo mai! Per questo, l’atteggiamento anti-europeo è contro gli interessi dell’Italia, condannandola alla povertà e alla marginalità.

                L’Europa è tornata a confrontarsi con le guerre ai suoi confini, negli ultimi anni. E’ possibile una soluzione di pace in Ucraina e Medio Oriente? E che ruolo deve giocare l’Ue?

                  L’Europa in politica estera non esiste perché gli egoismi nazionali non permettono il dispiegarsi di una politica estera e di difesa comune. Certo che è possibile, il grande assente di questi mesi è stato proprio un protagonismo per la ricerca di soluzioni di pace. Abbiamo avuto solo escalation militari.

                  Intervista pubblicata su Latina Oggi Domenica 8 Settembre 2024