Europee, Zingaretti (Pd): “Meloni senza idee e contenuti, si vergogna delle cose che ha fatto”
“Il Pd sta conducendo una campagna elettorale sulla pace, sulla politica estera europea, sull’Europa più sociale. Giorgia Meloni dice soltanto ‘votate Giorgia’”. Così a Fanpage.it Nicola Zingaretti, deputato dem e candidato elle elezioni europee nella circoscrizione Centro.
Nicola Zingaretti, deputato ed ex segretario del Partito democratico è candidato alle elezioni europee nella circoscrizione Centro. Secondo l’esponente dem, Elly Schlein sta “conducendo una campagna elettorale sulla pace, sulla politica estera europea, sull’Europa più sociale. Giorgia Meloni dice soltanto ‘votate Giorgia’”.
Zingaretti, le prossime elezioni europee secondo lei saranno una sfida tra europeisti e nazionalisti? È preoccupato di un possibile ulteriore spostamento a destra dell’Unione Europea?
Peggio che uno spostamento a destra, l’obiettivo è di distruggere l’Europa. Non c’è più uno scontro tra un’Europa più progressista o più conservatrice. Il nazionalismo porta a uno scontro tra chi l’Europa la vuole cambiare e chi la vuole distruggere. Quando Matteo Salvini scrive più Italia meno Europa, vuol dire che l’oggetto di questo scontro è la messa in discussione dell’Europa stessa.
C’è il rischio che queste elezioni si trasformino in un referendum su Giorgia Meloni? Non ha sbagliato anche Elly Schlein a personalizzare la sfida con la presidente del Consiglio e in questo senso non c’è il rischio che diventi una sfida molto italiana e poco europea?
No, perché Meloni ha detto di ‘votare Giorgia’ senza un’idea, senza un contenuto e senza dire nulla su quello che ha fatto, perché se ne vergogna. Schlein invece sta facendo una campagna elettorale sulla pace, sulla politica estera europea, sull’Europa più sociale, sull’Europa che fa il salario minimo europeo, sulla sanità europea, perché insieme dobbiamo comprare i medicinali per spendere meno e investire sulla sanità pubblica. Non come Meloni che dice solamente ‘votate Giorgia’.
Lei è candidato nella circoscrizione Centro, che comprende Roma e Lazio. E la città di Roma in questi mesi è interessata da tanti cantieri, tante trasformazioni, anche grazie ai fondi dell’Unione europea, e si appresta a vivere il Giubileo. Che ruolo può e deve avere avere questa città in Europa?
Il buon governo di questi anni anche alla Regione, con la giunta di centrosinistra, ci ha permesso di indirizzare sullo sviluppo di Roma e della Regione tanti miliardi di euro. Chi governa adesso ha in eredità 16 miliardi di euro di euro. E questa innovazione anche della metropoli è importante perché avremo gli occhi del pianeta terra addosso fra qualche mese con il Giubileo. E Roma può fare la sua parte per dimostrare che c’è una grande metropoli all’insegna della pace e, mi permetto di dire, dell’amore, al di là del credo religioso. Far incontrare le persone e le diversità: questa è la nostra missione. Lo è sempre stata ed è ancora più importante oggi, in un tempo nel quale sembrano prevalere l’odio e la diffidenza nei confronti del diverso. Dimostreremo che fare incontrare culture e persone è un grande potenziale per tutti.
Lei ha attaccato il ministro Salvini dicendo che i soldi per il Ponte sullo Stretto stanno penalizzando i trasporti e in particolare il trasporto pubblico romano. Recentemente, inoltre, è stata bocciata una mozione del Pd alla Camera, che chiedeva l’incremento del Fondo Nazionale Trasporti…
Io ho denunciato quello che è vero. Salvini ha indicato all’Europa i 15 miliardi del ponte sullo Stretto come unica grande priorità per le infrastrutture. Questo ha umiliato tutta l’Italia e tutte le grandi e medie città italiane, perché definanzia le opere che i territori avevano programmato. E posso dirle una cosa? È anche un po ridicolo, perché lo stesso leader che vuole l’autonomia differenziata, cioè dare potere ai territori, i territori invece li umilia perché vuole fare la campagna elettorale sul ponte sullo Stretto. E invece sbaglia perché bisogna rispettare le città e tutti i territori italiani. Anche il tema dell’autonomia differenziata è una provocazione politica, perché distruggerebbe l’Italia.
Parlando di Europa, qual è il tema che le sta più a cuore? Su cosa si batterà in Parlamento europeo?
Per fare tutto quello che vogliamo fare, dalla politica estera per la pace alle politiche sulla sanità, dal diritto allo studio all’inclusione sociale, dobbiamo rimettere in discussione il diritto di veto. Quindi, per prima cosa faremo una battaglia per rendere l’Europa in grado di prendere decisioni e di aprirsi a nuove politiche.
Quando lei ha accettato la candidatura che le ha proposto la segretaria, ha scritto, tra le altre cose, che lotterà “per un’Europa che difenda la pace e fermi le guerre’. Sulle guerre che può fare l’Europa?
Che abbia una politica estera. Adesso l’Europa osserva le guerre che esplodono, ma non fa nulla per evitarle e non fa nulla per farle smettere. Semplicemente non esiste. E quindi ci chiudiamo in un dibattito, anche amaro, sugli schieramenti. Ma l’Europa può fare molto di più: può evitarle le guerre, se avesse una politica estera che, attraverso la diplomazia, previene e condiziona. Ecco perché dico di aumentare il bilancio europeo e affidarsi a una diplomazia nuova e a una politica estera europea. Altrimenti resta quello che siamo, cioè il nulla. Assistiamo alle guerre che ci sono, ma non facciamo nulla per prevenirle.
Concretamente sulle due guerre, sull’Ucraina e su Gaza, l’Europa che cosa dovrebbe fare? È d’accordo sull’invio delle armi in Ucraina?
Sì. Quando una persona ha la pistola alla tempia e può morire, si può arrendere o può decidere di combattere. E se ho solo queste alternative, io intanto difendo chi vuole combattere e cerco di aiutarlo in tutti i modi. Non potrei sopportare la sua resa perché la riterrei inaccettabile.
Su Gaza l’Europa potrebbe fare molto di più. Io ho fatto della difesa della Stato di Israele e del suo diritto di vivere in pace e in sicurezza una delle mie ragioni di vita. E lo farò per tutta la vita. Ma oggi Benjamin Netanyahu è il principale problema per la sicurezza e la stabilità di quel Paese. Quindi noi dovremo prendere una posizione chiara con la quale si indicano le responsabilità di un capo di governo che sta facendo malissimo a Israele e alla storia di quella democrazia. Non ci dimentichiamo mai di chi è Netanyahu e del male che sta facendo alla pace nel mondo, ai palestinesi e allo Stato di Israele.
Un altro tema importante è sicuramente quello del verde nella transizione ecologica. L’Europa con il Green Deal sta facendo abbastanza? C’è chi sostiene, per esempio, che costa troppo fare quello che chiede l’Europa, per esempio sulle Case Green…
Bisogna investire e questo investimento lo devono pagare i ricchissimi e non deve gravare sulle persone meno abbienti e più poveri. Io chiamo tutti alla ribellione su questa stupidaggine che si dice, cioè ‘non bisogna farlo perché costa’… Anche le scuole costano, anche gli ospedali costano, tutto costa. Il tema è capire se questi investimenti abbiano una finalità, e la finalità oggi è il benessere e la vita delle persone. Il tema dei costi è inventato da gruppi e corporazioni che la destra difende per non cambiare nulla. Le persone muoiono ormai anche per lo smog, per le alluvioni, per le nevicate, quindi noi dobbiamo investire per salvare il pianeta e ciò coincide col salvare le vite. La nostra, ma sicuramente quella delle ragazze e ragazzi.
Lei è stato segretario del Partito Democratico e ha lasciato quel ruolo parlando di uno “stillicidio” interno al partito. Si parla ancora adesso di capibastone, dei signori delle tessere. Elly Schlein ha fatto qualcosa sulla riforma del partito, sta facendo qualcosa?
Io la sostengo perché lo sta facendo affermando una leadership che è chiara: contenuti chiari e cultura politica unitaria, e sta spingendo affinché tutti, pur nel pluralismo, si uniscano intorno a questo progetto. Io l’ho sempre saputo, ma in queste tre settimane di campagna elettorale le persone mi dicono ‘bravo, continua, non logorate Elly Schlein, non vi dividete, siate uniti, bisogna costruire l’alternativa’. Io non ero matto, stavo dicendo la verità e cioè che avevamo bisogno di una comunità più unita, altrimenti saremmo morti. Forse quella mia provocazione, con il gesto delle dimissioni, è servita perché grazie alla leadership di Schlein tanto frazionismo e tanto egoismo, che pure è rimasto, oggi sono più marginali di un tempo.